N° 101

 

AVVISO DI TEMPESTA

 

 

1.

 

 

            Quando scendo dal taxi il furgone mortuario sta già andando via e dal palazzo stanno uscendo i tecnici forensi della Polizia ed anche due mie vecchie conoscenze.

-Urich! Esclama, vedendomi, il Tenente Terenzio Oliver Rucker della Divisione Imprese Criminali del Dipartimento di Polizia di New York -Vedo che gli avvoltoi della stampa non hanno perso tempo.-

-Dovresti conoscermi meglio, Rucker.- ribatto un po’ infastidito -Non sono quel genere di giornalista.-

-Te lo concedo, il fatto è che è una brutta giornata… lo è sempre a dire il vero, ma certi giorni sono peggio di altri.-

-È vero quello che ho sentito? Hanno ucciso Sam North?-

            Rucker fa un cenno di assenso.

-Due pallottole al cuore e una alla testa, giusto per essere sicuri di averlo spacciato. È accaduto ieri sera. L’ha trovato la donna delle pulizie quando è arrivata stamattina.-

-Mi stai dicendo un sacco di cose.-

-Le sapresti comunque abbastanza presto quindi tanto vale che te le dica subito.-

-North girava sempre con una ragazza bionda decisamente appariscente e armata, una specie di guardia del corpo. Che fine ha fatto? Hanno ucciso anche lei?-

-È scomparsa. La stiamo cercando per interrogarla, ma ti ho già detto fin troppo.-

            In quel momento ecco spuntare i furgoni delle TV. Ci hanno messo un bel po’ per arrivare. Immagino di aver avuto fortuna a trovarmi già sul taxi diretto da Matt Murdock quando Robbie[1] mi ha comunicato la notizia.

Dal furgone della WFSK emergono prima due lunghe ed affusolate gambe femminili e poi tutto il resto della loro proprietaria: l’anchorwoman Nina Zahl, una bionda da sballo col fisico da modella che indossa una camicetta bianca coi primi bottoni slacciati, una vertiginosa minigonna azzurra e si muove con incredibile disinvoltura su due scarpe con tacco 12. L’effetto che fa agli uomini è evidente. I poliziotti di guardia quasi hanno gli occhi fuori dalle orbite e la lingua penzoloni come il famoso lupo di Tex Avery.[2]

Mi vede e mi sorride salutandomi:

-Ciao Ben. Sei arrivato prima di tutti, pare. Ci hai soffiato lo scoop.-

            Scuoto la testa. Non ho saputo molto dopotutto ma ho la sensazione che Rucker mi nasconda qualcosa e la cosa non mi sorprende.

 

            Non molto distante da lì, una giovane donna dai capelli rossi che veste un giubbotto di pelle marrone sopra una t-shirt ed attillati pantaloni verdi siede a cavallo di una moto ed osserva la scena.

-Non posso non chiedermi se non avrei potuto fare qualcosa prima che… che succedesse tutto questo.- dice.

-Non avresti potuto impedirlo, lo sai.- replica un uomo attraente, dai capelli biondi ed il fisico atletico in tenuta da motociclista ed anche lui in sella ad una motocicletta -Non hai nulla da rimproverarti, Dakota.-

-Dillo alla mia coscienza, Bob.- ribatte lei -Dillo alla mia coscienza.-

            Dakota North si infila il casco integrale, dà gas e parte. Robert Diamond sospira. Si infila a sua volta il casco e la segue.

 

Come reagireste se vi trovaste improvvisamente davanti tre licantropi, di cui due chiaramente maschi e l’altro altrettanto chiaramente una femmina? Suppongo che urlereste ed è questo che facciamo noi ragazze alla loro vista.

Il posto è una villa lussuosa a Miami, in Florida, dove fino a poche ore fa era in corso un party selvaggio offerto da Gavin Thorpe, un gangster che aspira a diventare il big boss del Golfo del Messico.

Nel caso vi interessasse saperlo, io mi chiamo Candace Nelson e sono una giornalista del Daily Bugle ma qui sono conosciuta come Anna Rand, escort d’alto bordo reclutata per la festa come la ragazza con me: una bianca dall’accento della Louisiana di nome Cindy. Lei è una vera prostituta mentre la mia è solo una copertura per infiltrarmi nel party anche se temo di aver recitato la parte fin troppo bene.

Ma non divaghiamo e torniamo ai tre licantropi, che in realtà sono tre mutanti messicani: i fratelli Carlos ed Esmeralda Lobo ed il loro cugino Miguel, capi di un cartello della droga che di recente ha esteso le sue operazioni sino al Bronx.

-State calme.- intima quello che immagino sia Carlos Lobo -Cosa sta succedendo?-

-Una tizia che dice di chiamarsi Poison ha aggredito Thorpe e ci ha intimato di scappare.- risponde Cindy.

-Poison, la vigilante di Miami che ha quasi ucciso Slug?- interviene l’altro maschio ovvero Miguel Lobo -Ne ho sentito parlare.-

-Immagino che sia lei.- rispondo io.

                Avessi il tempo per farlo suppongo che rifletterei su quanto sembri surreale questo dialogo tra tre ragazze seminude e tre lupi mannari che indossano solo la loro peluria ma al momento ho altre preoccupazioni.

-Voglio vedere se è davvero tosta come dicono.-

                Senza perdere altro tempo Miguel balza sopra di noi e si precipita nella stanza che abbiamo appena lasciato.

Passa meno di un minuto e vediamo Miguel respinto da una qualche forza irresistibile anche per lui. Subito dopo sulla soglia della stanza appare Poison i cui occhi brillano.

-Puta, yo te mato!- urla Esmeralda Lobo mentre balza addosso alla superumana. Non termina il balzo: ricade a terra urlando e tenendosi il ventre con le mani mentre ritorna lentamente alla sua forma umana.

Lo ammetto: sono impressionata e deve esserlo anche Carlos Lobo perché invece di reagire d’istinto resta fermo e si rivolge a noi ragazze:

-Andate via subito. Quanto sta per accadere non è per stomaci delicati come i vostri.-

            La parte di me che è Candace Nelson la giornalista vorrebbe rimanere a vedere quel che sta per succedere ma non ho nemmeno l’opportunità di decidere se farlo o no, Cindy mi afferra per un polso e mi dice:

-Muoviamoci!-

                Mi ritrovo a correre per il corridoio dove finiamo per imbatterci in altre ragazze impaurite o curiose tra cui la mia amica afroamericana dell’altra sera, che si fa chiamare Foxy come la protagonista di un vecchio film del filone della Blaxploitation.[3]

-Ma che c... sta succedendo?-

                Glielo spieghiamo e lei scuote la testa borbottando:

-Sbrighiamoci a filarcela, allora.- dice,

                Usciamo all’aperto e ci aspetta un’altra sorpresa: seduta sul bordo della piscina c’è una donna dalla pelle ambrata e lunghi capelli neri che indossa una tunichetta bianca. Guarda verso l’interno della piscina e fa dei cerchi nell’acqua con l’indice destro poi si volta verso di noi e mostra un volto bellissimo ed al tempo stesso inquietante.

-I morti camminano.- dice.

                Dall’acqua emerge un gigante dalla pelle giallastra vestito solo di un perizoma rosso e di una fascia dello stesso colore a fermargli i lunghi capelli neri. È rivolto verso di noi ma sembra che non ci veda, il suo sguardo è spento.

                Al collo porta un ciondolo che raffigura una croce a cui è avvolto un serpente, identico, me ne accorgo solo adesso, a quello che porta la donna che con voce calma gli ordina

-Vai e uccidi.

                Il gigante ci passa accanto come se non esistessimo. Mi viene in mente una parola ma è Cindy a pronunciarla per prima:

-Zombie.-

 

 

2.

 

 

            Mi chiamo Matt Murdock e sono un famoso avvocato. Nel tempo libero sono anche il supereroe chiamato Devil e questo nonostante io sia cieco da quando avevo 15 anni. Come posso essere un vigilante in costume se sono privo della vista? Semplice: lo stesso incidente che mi ha accecato ha anche amplificato i miei restanti sensi e dotato di uno speciale senso radar che mi consente di distinguere la forma delle cose intorno a me.

            Ma non è questo che mi importa adesso, la mia carriera di avvocato e quella di supereroe passano decisamente in secondo piano di fronte ad una cosa molto più importante. Sono appena diventato padre: la mia compagna, Natasha Romanoff, superspia internazionale e supereroina part time nota anche come Vedova Nera, ha da poco dato alla luce due bellissimi gemelli. Sì lo so cosa state pensando: come posso dire una cosa simile quando non posso vederli? Fidatevi: lo so.

Orgoglio di padre, dite? Forse avete ragione ma che importa. Il destino ha dato a me e Natasha questa opportunità e sta a noi dimostrarci all’altezza. Mi chiamano l’Uomo senza Paura ma stavolta sono davvero spaventato. Il rischio non è mio. I gemelli sono nati prematuri ed ora sono in ospedale dentro un’incubatrice. Sono dei lottatori come i loro genitori e ce la faranno. Questo è quello che continuo a ripetermi.

Siamo nella palestra dell’attico di Natasha a Park Avenue dove lei sta finendo la sua solita serie di esercizi mattutini. Aveva dovuto interromperli quando aveva il pancione ma da quando è tornata a casa dopo il parto li ha ripresi con anche maggior impegno.

-Credo di essere quasi pronta a rientrare nel mio costume, Matt.- mi dice ansante.

-Non essere troppo impaziente.- replico.

-Dice quello a cui hanno sparato due volte e non ha neanche aspettato che le ferite si fossero rimarginate per rimettersi il costume e dare la caccia ai cattivi.-

-Touché.- ammetto sorridendo.

-Beh per oggi basta. Voglio andare in ospedale a vedere i gemelli. Che ne dici di unirti a me per una doccia veloce?-

-Che mi sembra un’ottima idea.-

            Siamo appena usciti dalla palestra che sento suonare il campanello. Prima ancora che Ivan Petrovitch apra la porta so chi sono i visitatori e se Foggy Nelson e Ben Urich arrivano insieme non è certo per una semplice visita di cortesia

            Li sento venire verso di noi e poi Foggy dice:

-Matt, Natasha… mi dispiace disturbarvi ma ho qui qualcosa che dovete sentire.-

            Guai, appunto.

 

            La nostra “collega” afroamericana si rivolge a Cindy e le chiede:

-Hai detto zombie?-

-Esatto.- replica lei -Non del tipo che vedi nei film di George A. Romero od in certe serie televisive, no: parlo di cadaveri rianimati con la magia voodoo. A New Orleans, da dove vengo, non è così insolito vederne uno per le strade.-

-Mi stai prendendo in giro?-

-Pensala come ti pare, Foxy, non m’interessa. Adesso voglio solo andarmene da qui prima che accada il peggio e ci andiamo di mezzo noi.-

                Cindy ha ragione ma io vorrei tanto sapere cosa sta succedendo dentro la villa. Poison ha avuto la meglio anche contro Carlos Lobo? E sarà all’altezza di affrontare lo zombie che quella tizia in tunica le ha mandato contro? Ho davvero voglia di mettere in pericolo la mia vita per scoprirlo?

                Un attimo dopo la questione diventa accademica perché viene verso di noi il gangster haitiano che si fa chiamare Danny Guitar. Assieme ad un gruppetto di guardaspalle. Ora ricordo che proprio la scettica Foxy mi aveva detto che si raccontava che Danny Guitar avesse al suo servizio una sacerdotessa voodoo. L’aveva liquidata come una storiella per spaventare gli sciocchi ma è tutto vero.

                Si ferma davanti a noi e ci squadra poi dice:

-Vi siete trovate nel posto sbagliato nel momento sbagliato, mi dispiace per voi ma avete visto troppo per il vostro bene.-

                Non mi piace come l’ha detto.

 

Diario di Lynn Michaels. Annotazione n. 751. Ho appena finito di indossare un abito elegante e sobrio che la mia avvocatessa e ha scelto per me, e dovrei farle i complimenti per come ha azzeccato le mie misure.

Improvvisamente sento girare la chiave nella toppa e la porta della mia stanza, ma dovrei dire cella, nel reparto psichiatrico del Bellevue Hospital si apre.

-È l’ora, Michaels.- mi dice un infermiere accompagnato da due poliziotti.

                Allungo le braccia per farmi mettere le manette ai polsi e replico:

-Sono pronta.

                E lo sono davvero.

 

 

3.

 

 

                È Cindy la prima a parlare:

-Vuoi ucciderci perché abbiamo visto il tuo zombie?-

                Danny Guitar accenna un sorriso e risponde:

-Sei una ragazza sveglia. Non temere, però, dirò a Mambo Ezili di non farvi soffrire. Non troppo almeno.-

                È a questo punto che Cindy dice qualcosa che mi coglie assolutamente di sorpresa:

-Ti consiglio di ripensarci. Sono amica di Sub Mariner e del Dottor Destino e loro sono molto vendicativi. Se scoprissero che hai fatto del male a qualcuno sotto la loro protezione non vorrei proprio essere nei tuoi panni.-

                Dice sul serio oppure è il più azzardato e strampalato bluff a cui abbia mai assistito? Che cosa possono avere a che fare Namor il Sub Mariner ed il Dottor Destino con una prostituta di New Orleans?[4] Anche Danny Guitar si sta facendo la stessa domanda, è ovvio, e se deciderà che è un bluff per noi sarà finita.

                Improvvisamente una montagna in pigiama si pone al nostro fianco. Forse sto esagerando ma vi assicuro che a vederlo Jimmy-6, il boss dei boss della Costa Est, mi fa proprio quest’impressione.

-Si può sapere che intendevi fare, Guitar?- chiede con voce dura.

-Solo prendermi cura di testimoni scomode, Jimmy.- replica l’altro.

-Mr Fortunato per te, Guitar, e le ragazze sono sotto la mia protezione. Toccale anche solo con un dito e non basterà il tuo zombie ad impedirmi di fracassarti ogni osso, sono stato chiaro?-

                Mentre parlava Jimmy ha posato le sue mani sulla mia spalla e su quella di Foxy. Comincio a rilassarmi.

-Chiarissimo.- replica Guitar cercando di reprimere la frustrazione.

                Jimmy prosegue:

-Ottimo. Del resto, sono certo che le ragazze non faranno parola di quello che hanno visto o vedranno stanotte, dico bene?-

-Ma certo.- risponde Cindy -La riservatezza fa parte del nostro lavoro. Siamo come i preti e gli avvocati.-

                Reprimo una risatina che mi sale in gola e che sarebbe decisamente fuori luogo in questa situazione. Non posso, però, non chiedermi cosa ne penserebbero mio fratello Foggy e Matt Murdock di questo paragone.

                Mi viene in mente una cosa e mi chino verso Foxy sussurrando:

-Posso usare un attimo il tuo cellulare? Ho lasciato il mio in camera.-

-Uh… ok.- dice lei passandomelo.

                Solo poche parole in un messaggio vocale a due numeri che conosco a memoria, giusto in caso che qualcosa vada storto:

-Foggy… Ben… chiunque mi ascolti… ho bisogno di aiuto.-

-Che stai facendo, puttana?-

                Danny Guitar mi strappa il telefono di mano e lo sbatte a terra con violenza.  Forse farebbe anche di più se improvvisamente qualcosa non attraversasse lo spazio tra la villa e la piscina piombando in quest’ultima con la violenza di un proiettile.

 

                La registrazione si interrompe ed io guardo verso Matt e la Vedova Nera.

-La voce di Candace era tranquilla ma c’è un evidente sottofondo di paura.- dice lui.

-Suppongo che abbiate provato a mettervi in contatto con lei.- interviene Natasha Romanov.

-È stata la prima cosa che ho fatto ma il suo cellulare risulta irraggiungibile ed il GPS è disabilitato.- risponde Franklin Nelson.

-E prima che lo chiediate…- aggiungo -… a casa sua non c’è e nessuno sa dove sia andata, tantomeno al Bugle.-

-Dobbiamo presumere che sia impossibilitata a comunicare. Forse prigioniera di qualcuno.- conclude la Vedova.

-E se fosse…?- inizia a dire Nelson ma lei lo blocca:

-Niente pensieri negativi per il momento. Dobbiamo partire dal presupposto che sia viva ed in buona salute.-

-Ma dove?- chiedo -Non abbiamo la più pallida idea di dove può essere.

            Lei ammicca e replica:

-Questo è un problema facilmente risolvibile, Urich. Lasciatemi solo fare una telefonata. Foggy, posso avere il tuo telefono per un minuto?-

            Nelson fa una faccia sorpresa e dice:

-Uh, certo ma perché?-

-Vedrai.- è la criptica risposta.

            La Vedova si reca in un’altra stanza. Evidentemente non vuole che sappiamo a chi telefona, il che, ovviamente, non impedisce a Matt di seguire ugualmente l’intera conversazione grazie al suo superudito. Lo vedo annuire e poi sorridere.

            Cinque minuti dopo la Romanoff rientra nel salotto. Sorride anche lei.

-Il messaggio è stato inviato da Miami Beach.-

-In Florida?- chiede, sorpreso, Nelson.

-Ne esistono altre? Stavo dicendo che il messaggio è stato inviato da un cellulare intestato ad una società di Escort Service con sede legale nel Nevada.-

-Cosa?- esclama ancora Foggy-E come faceva Candace ad avere il telefono di una prostituta?-

-Questo non lo so ancora ma tra poco dovrei sapere a chi appartiene il posto da cui è partito il messaggio.-

            Un bip segnala che forse la risposta è arrivata. La Vedova guarda Il display e sorride soddisfatta.

-Una villa che è stata comprata di recente da una società che si sospetta essere solo una facciata per Gavin Thorpe.-

-Il gangster.- commenta Nelson.

-Lo conosco.- interviene Matt -Io e l’Uomo Ragno abbiamo avuto a che fare con lui qualche anno fa.-

-Bene, ora abbiamo la prova che mia sorella si è cacciata nei guai come le capita spesso.- dice, cupo, Nelson -Che facciamo adesso?-

-È molto semplice.- risponde la Vedova Nera -Ora che sappiamo dove andarla cercare, la troveremo e la tireremo fuori dai guai.-

            Oh, sì, molto semplice… per lei.

 

Diario di Lynn Michaels. Annotazione n. 751 (continua).  In un certo senso è strano trovarmi qui, in un’aula del Tribunale Penale di New York per sentir discutere della mia sanità mentale e della mia cosiddetta pericolosità sociale.

La mia avvocatessa, Jeri Hogarth, è riuscita a farmi assolvere da tutte le accuse per la mia attività come Punitrice convincendo la giuria che ero incapace di intendere e di volere. Normalmente sarei dovuta restare sotto osservazione per un anno in un istituto psichiatrico prima che un giudice o una commissione medica decidessero se fossi pronta a tornare libera, ma la Hogarth è riuscita ad ottenere un’udienza urgente ed ha arruolato un piccolo esercito di psichiatri per convincere i giurati che io sono già guarita e pronta a reinserirmi nella società.

Tutte sciocchezze ovviamente: sono e sono sempre stata perfettamente sana di mente e sono pericolosa, mortalmente pericolosa, solo per i criminali. Gli onesti cittadini non hanno e non hanno mai avuto nulla da temere da me, ma se questa buffonata servirà a farmi tornare subito libera, tanto meglio: userò il sistema a mio vantaggio una volta tanto.

E così eccomi qui, ben vestita e pettinata e con il mio migliore sguardo da brava ragazza in volto a recitare la mia parte. Tu non ne saresti mai capace, Frank,[5] ma io non sono te e vincerò questa partita, vedrai.

 

 

4.

 

 

Entrare in casa di Candace non è difficile per uno con i miei talenti. Non so cosa spero di trovare, forse qualche indizio su cosa stia combinando. Quella benedetta ragazza ha dimostrato un talento unico per mettersi nei pasticci fin dalla prima volta che l’ho conosciuta. Non posso lasciarla a cavarsela da sola; devo aiutarla, per suo fratello se non altro.

Certo doveva proprio scegliere questo momento, quando Hell’s Kitchen sta per esplodere come una polveriera per colpa di Finn Cooley? ma non posso farci niente ahimè.

Natasha, d’altro canto, sembra entusiasta di avere un’occasione per tornare in azione ed io non posso certo dirle che preferirei che se la prendesse più comoda e badasse ai nostri figli. Perché la vita deve essere così complicata?

Mi blocco di colpo. Non posso sbagliarmi: qualcuno sta arrivando qui dalla stessa strada che ho preso io, ma sarà amico o nemico?

 

            Ci giriamo verso la piscina dove ora galleggia un corpo. Difficile esserne sicura da questa distanza ma dalla bandana direi che è lo zombie.

                Una figura femminile arriva levitando verso di noi. È Poison. Con una mano tiene per la collottola Gavin Thorpe e con l’altra Carlos Lobo tornato in forma umana.

                Danny Guitar ed i suoi sgherri le sparano ma i proiettili si fondono prima di raggiungerla. Con gesto teatrale lei lascia cadere i due uomini davanti a Jimmy che con voce calma le chiede:

-Li hai uccisi?-

-No.- risponde lei -Ma non perché l’ho voluto.-

-Capisco. Lo scontro con lo zombie e con Carlos ti ha indebolito, forse potremmo… neutralizzarti.-

-Forse… o forse ho ancora abbastanza energia da uccidervi tutti quanti. Vuoi rischiare?-

-Cosa proponi?-

-Adesso me ne andrò ma tra ventiquattr’ore tornerò ed ucciderò chiunque sarà rimasto.-

-A me sta bene, ma Thorpe non accetterà mai di ritirarsi.-

-E allora morirà.-

                Poison si allontana in volo. Jimmy rimane ad osservarla per qualche istante poi dice:

-Datevi una mossa, prendete tutte le vostre cose ed andiamocene alla svelta da qui… e qualcuno si occupi dei belli addormentati.-

-E gliela dai vinta così a quella sgualdrina?- sbotta Danny Guitar.

-Quella sgualdrina ha quasi ammazzato il tuo zombie… di nuovo ed ha sistemato tre licantropi arrabbiati. Vuoi affrontarla ancora? Padronissimo ma io non avrei nulla da guadagnarci, quindi me ne vado e le ragazze vengono con me.-

-Non finisce qui.-

                E credo che parli sul serio.

 

                Natasha Romanoff entra nel salottino privato e si dirige verso la donna vestita di bianco dai corti capelli platinati che la sta aspettando e che la saluta con studiata cordialità:

-Miss Romanoff, sono rimasta sorpresa quando ho ricevuto il suo invito, ma sono comunque lieta di fare la sua conoscenza.-

-Natasha si siede davanti a lei e replica:

-Anche io sono lieta di incontrarla, Miss Ruggs… o preferisce che la chiami sorella?-

Per un attimo l’espressione della donna muta come avesse ricevuto un pugno nello stomaco poi si ricompone e dice semplicemente:

Oh!-

            Natasha sorride e prosegue:

-Giusto per giocare a carte scoperte. Naturalmente il suo segreto è al sicuro con me, però…-

-Però?-

-Lei mi dirà tutto quello che sa su Candace Nelson.-

 

 

5.

 

 

            Entra dalla finestra ed atterra sul pavimento con un agile salto. Tutto in lui parla di forza, destrezza e sicurezza di sé. Non posso vedere il costume arancione e la maschera che gli copre la metà superiore del volto e che dovrebbe ricordare il muso di una tigre, non posso vederli ma sono sicuro che li sta indossando e su di lui so molte più cose di quante potrebbe dirmene la semplice vista.

            Lo sento muoversi ed aprire il cassetto del comodino vicino al letto ed esco dall’ombra dicendo:

-Non lo sai che non sta bene frugare nella roba altrui, Chaka?

            Lui si volta di scatto ed esclama:

-Devil!-

            Non sembra sorpreso di vedermi, forse aveva avvertito la mia presenza, non mi stupirebbe.

            Estrae dalla cintura un nunchaku e lo agita senza dire una parola, un vero professionista ma lo sono anch’io. Ho già estratto il mio bastone ed ora il suo cavo gli avvolge il polso mentre io lo strattono attirandolo verso di me. Lui fa una capriola, rotea su se stesso e cerca di colpirmi con un calcio. Lo evito ma perdo la presa sul bastone. Sento che Chaka si libera del cavo al polso poi salta ancora. Mi abbasso per evitarlo ma è esattamente quello che lui voleva. Atterra alle mie spalle e mi stringe il collo con il nunchaku.

            È bravo, ma non abbastanza. Non perdo tempo a cercare di liberarmi del nunchaku e mi getto all’indietro proiettandoci entrambi contro una vicina parete. Lui allenta la presa sulla sua arma ed io ne approfitto per sferrargli una gomitata all’addome, mentre riprende fiato, mi sbarazzo del nunchaku e mi giro premendo il taglio della mia mano destra sulla sua carotide.

-Non c’è bisogno di violenza, Bobby.- gli dico -Risolviamo la cosa pacificamente. Perché sei qui?-

            Lui esita, forse colpito dal fatto che ho usato il suo vero nome e non ho dubbi che lui sia davvero Robert Hao e non un impostore. Espira poi risponde:

-Cercavo indizi sulla scomparsa di Candace Nelson. Lei è… una mia amica.-

            Non mente, è davvero preoccupato per lei,

-Diciamo che ti credo.- replico -Perché ti sei messo il tuo costume da supercriminale? Sbaglio o è una violazione della libertà sulla parola? Hai voglia di tornare in carcere?-

-Accadrebbe solo se riuscissero a dimostrare che ci sono io sotto questa maschera e varrebbe la pena di correre il rischio per Candace. Lei aveva fatto un articolo sulle Triadi e se dietro la sua scomparsa ci sono loro, non volevo farmi cogliere impreparato.-

            Ha senso, anche se temo che Candace si sia ficcata in un guaio decisamente di altro tipo. Dove sarà adesso?

 

            Siamo da qualche parte al largo delle Florida Keys, è l’unica cosa di cui sono sicura. Quello in cui ci troviamo non è altro che un vecchio transatlantico ristrutturato ed adibito a casinò galleggiante ancorato oltre il limite delle acque territoriali statunitensi, dove le nostre leggi non valgono nulla o quasi.

Appoggiata al parapetto di uno dei ponti superiori guardo verso la costa praticamente invisibile ad occhio nudo. 12 miglia marine, forse più, di acque infestate dagli squali. Ammesso che fossi capace di percorrerle a nuoto, e non è così, non raggiungerei mai l’isola più vicina. Non posso nemmeno comunicare con la terraferma perché ci hanno sequestrato i cellulari. Un’idea di Danny Guitar a cui Jimmy-6 ha preferito non opporsi.

È stata un’idea di Jimmy venire qui dopo aver lasciato la villa di Thorpe, che è stato senza tanti complimenti mollato in un ospedale di Miami mentre i Lobo sono in alcune cabine di sotto ancora incoscienti. Carlos è accudito personalmente da Glory Grant che continua a mantenere il mio segreto mentre io non ho ancora capito com’è che è diventata l’amante di un noto gangster latinoamericano. Dovremo parlare, prima o poi.

Se non altro ora noi ragazze non dobbiamo necessariamente andarcene in giro seminude: almeno per la sera ci hanno dato degli abiti che in realtà lasciano poco spazio all’immaginazione. Il nostro compito, ovviamente, è far diventare i clienti, incoraggiarli a giocare e… beh il resto potete immaginarlo. Ho materiale per un bel po’ di articoli… se riuscirò a scriverli.

-Ehi, eccoti qui.-

                È la mia nuova amica Cindy.

-Vieni, ci vogliono nel salone.

-E immagino che rispondere: “non ne ho voglia” non sia un’opzione.- dico.

-Immagini giusto.- replica lei scrollando le spalle -Su, andiamo.-

                La seguo e mentre andiamo verso il salone ci imbattiamo nella donna haitiana che controlla lo zombie che per fortuna non è con lei. Immagino che Danny Guitar non voglia spaventare i clienti paganti.

                Ci vede e ci sorride. La cosa mi inquieta ancora di più.

-Quella cosa che hai detto a Guitar… su te e il Dottor Destino è vera?- chiedo a Cindy-

-Più o meno.- risponde lei -Ho conosciuto davvero Namor e Destino ma chissà se si ricordano di me e comunque per aiutarmi avrebbero dovuto sapere che ero nei guai.-

                Un po’ di aiuto mi farebbe comodo se sapessi come ottenerlo.

 

                Peter Cooley apre la porta e si trova davanti una bella ragazza dai capelli castani vestita di rosso.

-Sono Erin, mi manda l’agenzia.- si presenta.

            Peter la squadra con evidente ammirazione e replica:

-Erin eh? Come l’Irlanda? Bene Erin, entra pure. Mrs. Bennett non mi aveva avvisato che avrebbe mandato proprio una ragazza irlandese. Sei di Dublino, giusto?-

-Esatto.- risponde lei con un sorriso.

-Io sono di Derry, su al Nord. Sono contento di incontrare una vera irlandese come me.-

-L’agenzia cerca sempre di venire incontro alle esigenze dei clienti.-

-Oh certo, certo. Vedrai, ti farò divertire.-

-Di questo sono convinta.- replica lei con un sorriso invitante.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Cosa dire su questo episodio che non sia già chiaro dalla storia? Non molto, quindi non perdiamo tempo.

1)     Cindy Jones è stata creata da Gerry Conway & Gene Colan su Sub Mariner Vol. 1° #47 datato marzo 1972. È sempre divertente ricordare come in tempi di vigenza del Comics Code, sia pure appena riveduto e corretto con maglie più allentate, gli autori si ingegnassero a far capire che Cindy era una prostituta senza mai dirlo esplicitamente. Lei si definiva:” Una ragazza che lavora”. È vero che sia Namor che Destino le promisero amicizia e protezione ma da allora non si sono più incontrati.

2)            Mambo Ezili ed il suo zombie sono stati creati da Ann Nocenti & Louis Williams su Daredevil Vol. 1° #243 datato giugno 1987. Lei pare che sia sorella di Calypso, strega voodoo ed amante del defunto Kraven il Cacciatore e pare anche che sia morta su Spider Man Vol. 1° #4 datato novembre 1990… pare. Ma allora chi è la nostra Mambo Ezili?

Nel prossimo episodio: le cose si fanno calde a New York ma Devil deve anche aiutare Candace Nelson in Florida? Come può fare? Forse la Vedova Nera ha la risposta.

 

 

Carlo



[1]Joseph Robertson, il direttore del Daily Bugle,

[2] Non avete mai visto quel cartone animato? Vergogna! -_^

[3] Foxy Brown con Pam Grier del 1974.

[4] Lo saprebbe se avesse letto Sub Mariner Vol. 1° #47/49 (in Italia su Fantastici Quattro, Corno, #109/111). -_^

[5] Frank Castle, il Punitore.